Struttura musicale della Salsa e della Timba
La salsa così come la timba cubana, crescono da una struttura musicale bipartita differente da quella delle ballate, così come differente da strofe e ritornelli inserite nelle strutture di molte composizioni anglosassoni ed europee.
La sua struttura di base prende forma dal Son classico e dalla Rumba afro cubana, 2 stili che richiamano entrambi una prima parte di narrazione che prende il nome di “largo” nel son e “canto” nella rumba (il cantante che inizia come solista nella rumba prende invece il nome di gallo).
La seconda sezione di questi stili che invece risulta essere molto più movimentata, viene chiamata “montuno” o “estribillo”.
Questo importante dettaglio tecnico viene altamente spiegato e studiato ritmicamente sia nei corsi di salsa che nei corsi di ballo latino americano.
Naturalmente le due sezioni che compongono sia la salsa che la timba sono molto simili, vediamo dunque una prima parte nella quale anche nella salsa parte la narrazione dettata dal cantante, per poi verso o spesso dopo metà canzone, partono i cori in risposta al ritornello del cantante e si sommano all’unisono con tutti gli strumenti dell’orchestra.
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La seconda parte tanto nella salsa, quanto nella timba, nel son e nella rumba, rappresenta il climax di impatto emozionale delle canzoni, è il pezzo che gli ascoltatori di musica o i danzatori attendono per godersi appieno la canzone e dunque la parte più coinvolgente.
Siccome la salsa, ma ancor più la timba sono stili altamente eclettici, formati a loro volta da altri generi del passato ed anche attuali, come: jazz, pop, funky, rap ed anche neomelodici e romantici, dal punto di vista tecnico si sono abbastanza disgiunte dagli schemi bipartitici della musica cubana e latino americana di un tempo, per giungere verso forme più consistenti, inclusive, si frammentate ma al contempo ben miscelate tra loro.
Qui torniamo al discorso della seconda parte “in salita”, questa trasformazione strutturale avviene proprio in questo contesto, durante la profonda espansione che ha origine marcata nella seconda parte, ove come già accennato troviamo cori, pause, blocchi, fraseggi musicali da manuale e utilizzo degli strumenti a corda, a percussione e a fiato in maniera molto virtuosa e ben marcata, a volte quando l’orchestra è live, è la parte dove possono verificarsi le improvvisazioni di cantante e musicisti.
In questa sezione possiamo dunque assistere a riff staccati degli strumenti a fiato, alle sincopi di piano e basso, agli ostinati ritmici delle percussioni, i quali tutti insieme producono un tipo di trama sonora molto forte, violenta, per nulla diluita, una trama che richiama il tipico caos organizzato presente nella salsa ma ancor più nella timba.
Composizione musicale della Timba
Scendendo ancor più nel dettaglio la timba, secondo la costruzione musicale viene composta da:
- una tipo di introduzione musicale che si identifica nel Tema chiamato anche “cuerpo” o “melodia”.
- un ponte, in spagnolo “puente”, costituito dal bridge strumentale.
- un coro, chiamato “coro” o “estribillo”.
- un “mambo” costituito da assoli strumentali delle sezioni dei fiati.
Una struttura classica di Timba potrebbe essere:
- intro / tema // ponte // coro 1 / mambo 1 / coro 2 / mambo 2 / coro 3 / mambo 3 / ecc.
La prima sezione ricorda molto quella della salsa, sia in termini di temi trattati che di ritmo e velocità del brano musicale.
Spesso e volentieri i contenuti, scelti appositamente, narrano vicende amorose, oppure di vita del barrio (quartiere), nella seconda sezione invece, dove si scatena la parte più movimentata, vi è al contempo uno stacco narrativo in quanto al testo (contenuto).
Qui è dunque dove il racconto lascia spazio alle frasi (guìas), che iniziano a commentare il tema principale, del cantante solista che in genere usa toni ben marcati e più aggressivi rispetto a quelli iniziali.
Dunque entrano in risposta al cantante, in un’alternanza costante e a volte crescente, i vari cori, che costituiscono in realtà il vero e proprio “gancio traino” della canzone, ciò su cui tutto fa riferimento, così come ai vari “mambos” (pezzi di virtuosismi strumentali) che alternano i cori e colorano la canzone e che tutti, pubblico e ballerini inclusi, attendono di sfruttare nell’ascolto o nel ballo.