OBATALA’
Nostra Signora della Mercede, Sant’Emanuele, Gesù Cristo; nel Palo Monte si chiama Tiembla Tierra.
E’ l’Orisha signore di tutto ciò che è bianco, di tutte le teste, di tutti i sentimenti e di tutti i corpi; della nascita e di tutto quello che sta molto in alto; della bellezza, della cultura artistica, della maturità; divinità pura per eccellenza, è lo scultore che ha creato gli uomini, sui quali Olofín soffiò per dare loro la vita.
Come divinità della giustizia e della pace è spesso rappresentata da una colomba; sotto forma di una zucca tagliata in due metà, invece, indica il dualismo tra Cielo e Terra.
Lo si richiama con una campanella d’argento.
Il suo ricettacolo è una zuppiera con quattro pietre del monte e collari di conterie bianche. Le sue pietre non ammettono il sole, il vento e l’umidità della notte. Tra gli attributi ha l’argento e tutti i metalli bianchi, due uova d’avorio, 8 o 16 lumache, bandiera ed iruké bianchi. Poiché è signore di tutte le teste.
Governa tutti i pensieri e le idee; saggio, predice il futuro con soave mormorio, le sue mani danno amore a ciò che toccano. Possiede 32 incarnazioni, 16 maschili e 16 femminili, alcune delle quali guerriere: quando è Osanquiriyàn e si innervosisce, butta il bastone e prende il machete perché diventa duro.
E’ sincretizzato con il Cristo Crocifisso. Come Ayagguna, Gesù Cristo di 33 anni, è un guerriero feroce e sanguinario, armato di sciabola, veste di bianco come tutti gli Obatalà, ma con una fascia rossa alla cintura.
Il suo collare è bianco puro, però nelle incarnazioni come Ayagguna e Osanquiriyàn si inseriscono delle conterie rosse ogni 24 bianche.
Punisce severamente con la cecità e la pazzia. Si onora il giovedì e l’8, il 16 ed il 24 del mese, come Ayagguna la domenica ed il primo di gennaio.