La danza classica verso la fine del 1800
Dopo i grandi cambiamenti settecenteschi ed ottocenteschi avvenuti tra aspetti socio culturali, politici e in particolar modo artistici inerenti alle arti di stampo accademico, ecco l’avvicinarsi della fine del 1800.
Un secolo particolare che ha predisposto la danza coreografica in modo da raccoglierla con tutti i suoi aspetti tecnici nel contesto di manuali, trattati, sistemi e codifiche differenti.
Ricordiamo sistemi come la “Chorégraphie” o la “Sténochorégraphie” che hanno contribuito ad ampliare in maniera profonda il linguaggio tecnico accademico, grazie a rappresentazioni grafiche innovative mai utilizzate in passato; con questi sistemi i passi, le posture e tutto ciò che componeva la danza venne tutto rappresentato con descrizioni e tavole grafiche precise, proprio per restituire nel dettaglio la codifica esatta del movimento attraverso simboli e segni precisi.
Alla fine del 1800 l’istituzione stilistica proveniente dall’Accademia della Scala di Casati, Coppini e più tardi anche di Beretta, riesce ad ottenere risultati inaspettati, riuscendo a traghettare l’accademia femminile del ballo ad un livello senza precedenti.
Anche i danzatori compaesani che sono riusciti in quei tempi ad assorbire la tecnica di acrobazie e di atleticità provenienti dagli spettacoli Grotteschi, riescono anch’essi a mutare la loro condizione di ballerini standardizzati dalla scuola di danza classica, ad una nuova condizione atletica di livello superiore che riesce a far loro produrre movimenti più raffinati, salti, giri e pas de deux, introducendo così per la prima volta il sollevamento in coppia.
Enrico Cecchetti è il capostipite di questo nuovo modello accademico, ideatore inoltre della rinomata ed innovativa metodologia pedagogica, che restituirà lustro alla disciplina russa, per poi passare ancora in Madre Patria, anch’esso presso la scuola scaligera, riuscendo a risollevarla durante l’inizio del ventesimo secolo.
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Crescita del balletto tra il XIX e XX secolo
Il passaggio tra XIX e XX secolo viene rammentato come una delle epoche di maggiore importanza per la crescita del balletto, all’interno di questo fulgido periodo possiamo prendere nota di spettacoli illustri come:
- Il Lago dei Cigni: rappresentazione di importanza storica ed internazionale e probabilmente uno dei pezzi più diffusi, riadattati, studiati e conosciuti del balletto classico legato alle antiche produzioni della Russia zarista; il periodo in cui l’Opera viene riprodotta in russia è di circa 20 anni, dal 1877 al 1895, sia nel mentre ma soprattutto dopo il grande successo in Russia, il Lago dei Cigni verrà riconosciuto come capolavoro e tramandato da generazioni di danzatori in generazioni come esempio tecnico di studio.
- La Bella Addormentata del 1890.
- Lo Schiaccianoci del 1892: Ivanov e Petipa firmano questo capolavoro tra Francia e Russia, rimanendo per sempre ricordati per la maestosa eleganza della parte scenografica, per le grandi interpretazioni e preparazione dei danzatori e delle danzatrici che riuscirono a ricreare il Mondo fiabesco grazie alla loro bravura, per i famosi ed inequivocabili brani classici del grande Caikovskij e per la fantastica ambientazione ultraterrena.
- In Italia nel 1881 ecco nascere il gran ballo Excelsior, dal genio di Manzoni, la rappresentazione riesce a portare sul palcoscenico scoperte e novità tecnico/scientifiche legate all’approccio col balletto, riducendo così nei decenni a seguire, ad ottenere un grande exploit sui palchi di tutto il Mondo: Berlino, Parigi, Londra, Buenos Aires e, non per ultimo anche New York.
Caratteristiche e punti forza restano i ballerini italiani che si spingono in nuove tecniche dei giri, nuove tecniche sulle punte, come quelle provenienti dalle danzatrici della Scala, che riescono a portare in scena salite su di una sola punta e relativi piccoli saltini al di sopra della stessa.
Il Gran Ballo Excelsior verrà riprodotto in successione anch’esso per diversi anni, come per le più grandi opere realizzate durante questo fondamentale periodo di sviluppo del balletto classico.
Excelsior rappresentava una celebrazione della modernità, un inno al progresso scientifico, tecnologico e culturale, che si manifestava non solo attraverso i temi trattati, ma anche nella straordinaria innovazione coreografica e scenografica.
Il balletto, infatti, si configurava come una narrazione che intrecciava mito e realtà, glorificando l’elettricità, il vapore, e le grandi conquiste dell’uomo moderno.
Il successo di queste opere non fu solo dovuto alla qualità artistica, ma anche all’influenza politica e culturale dell’epoca.
La Russia, in particolare, sotto il regime zarista, vide il balletto come uno strumento di prestigio e propaganda, investendo enormi risorse per garantire che le produzioni raggiungessero un livello di eccellenza senza pari.
Questo contesto storico contribuì alla formazione di alcuni dei più grandi coreografi, compositori e ballerini, che lasciarono un’impronta indelebile nella storia del balletto.
Tra questi si ricordano figure come Marius Petipa, spesso definito il “padre del balletto classico”, che grazie alla sua visione e al suo approccio metodico, riuscì a codificare molte delle tecniche e degli stili che oggi consideriamo parte integrante del balletto.
Petipa collaborò con compositori come Čajkovskij, creando un connubio perfetto tra musica e danza che permise di elevare il balletto a una forma d’arte completa, capace di raccontare storie complesse e profonde.
Parallelamente, in Italia, il contributo dei ballerini e coreografi italiani al panorama internazionale del balletto non fu meno significativo.
Personalità come Enrico Cecchetti, uno dei più influenti maestri di danza, svilupparono metodi di insegnamento che ancora oggi sono alla base della formazione dei ballerini classici.
Il metodo Cecchetti, caratterizzato da una rigorosa attenzione alla tecnica e alla fluidità dei movimenti, divenne una pietra miliare nella pedagogia del balletto.
Non meno importante fu l’evoluzione del ruolo delle ballerine, che in questo periodo cominciarono a emergere non solo come esecutrici, ma anche come interpreti e creatrici.
L’uso delle punte, già esplorato nelle generazioni precedenti, venne ulteriormente raffinato, permettendo alle ballerine di eseguire passi sempre più complessi e spettacolari.
La figura della ballerina eterea, incarnata da danzatrici come Anna Pavlova, divenne il simbolo del balletto classico, capace di rappresentare sia la grazia che la forza.
Il passaggio tra XIX e XX secolo vide inoltre l’affermarsi del balletto come fenomeno globale, grazie alla diffusione delle produzioni russe e italiane nei teatri di tutto il mondo.
Tour internazionali e scambi culturali permisero di far conoscere opere e tecniche che influenzarono profondamente le scuole locali, portando a una contaminazione di stili e approcci che arricchì ulteriormente il panorama del balletto.
In sintesi, questo periodo storico segnò l’apice dello sviluppo del balletto classico, ponendo le basi per le innovazioni del XX secolo.
Opere come Il Lago dei Cigni, La Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci e il Gran Ballo Excelsior non solo rappresentano capolavori artistici, ma sono anche testimonianze di un’epoca in cui il balletto divenne simbolo di cultura, progresso e bellezza universale.
Descrizione del Gran Ballo Excelsior
Il Gran Ballo Excelsior è una delle opere più rappresentative del balletto ottocentesco italiano, concepito nel 1881 dal coreografo Luigi Manzotti e musicato da Romualdo Marenco.
Si tratta di un’opera allegorica che celebra il progresso e la modernità, ponendo particolare enfasi sulle scoperte scientifiche e tecnologiche che hanno rivoluzionato il mondo durante il XIX secolo.
L’opera, con la sua struttura narrativa innovativa e spettacolare, si distingue per la capacità di fondere danza, musica e scenografia in un unico evento di grande impatto visivo ed emotivo.
- Tema centrale e simbolismo
Il balletto si basa sull’opposizione tra Luce e Oscurantismo, due figure allegoriche che rappresentano rispettivamente il progresso e le forze reazionarie. La Luce guida l’umanità verso una nuova era di scoperte e innovazioni, mentre l’Oscurantismo cerca di impedirne l’avanzamento. Attraverso una serie di quadri scenici, l’opera narra le grandi conquiste dell’epoca, come l’elettricità, la costruzione del Canale di Suez, il telegrafo e altre innovazioni simbolo del trionfo della scienza e della ragione. - Coreografia e innovazioni tecniche
Il Gran Ballo Excelsior si distingue per la complessità delle sue coreografie, che richiedono un alto livello di abilità tecnica e coordinazione. I ballerini italiani, rinomati per la loro padronanza della tecnica sulle punte e per i loro giri virtuosistici, hanno introdotto nuove modalità espressive, ampliando il vocabolario del balletto classico. Tra queste, spiccano movimenti che sottolineano la leggerezza e l’eleganza, come salti e piccole rotazioni eseguite su una sola punta. Le coreografie si intrecciano con elementi teatrali e spettacolari, creando un’esperienza immersiva per il pubblico. - Scenografia e costumi
La produzione si avvale di scenografie imponenti e fastose, progettate per evocare il senso di grandiosità associato al progresso umano. Grandi macchinari teatrali, pannelli mobili e luci contribuiscono a creare un’atmosfera dinamica e coinvolgente. I costumi, ricchi di dettagli e colori, sono pensati per sottolineare il contrasto tra i personaggi simbolici, come la Luce, vestita in abiti luminosi e scintillanti, e l’Oscurantismo, rappresentato con tonalità cupe e linee rigide. - Musica e ritmo narrativo
La partitura di Romualdo Marenco è caratterizzata da ritmi vivaci e melodie facilmente riconoscibili, che accompagnano perfettamente la narrazione. La musica alterna momenti di grande energia a passaggi più lirici e contemplativi, creando un equilibrio che tiene alta l’attenzione del pubblico. La danza si fonde armoniosamente con le note, dando vita a una sinergia tra movimento e suono che esalta il significato simbolico di ogni scena. - Ricezione e successo internazionale
Sin dalla sua prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, il Gran Ballo Excelsior ha riscosso un enorme successo. La sua popolarità si è diffusa rapidamente oltre i confini italiani, portandolo sui palcoscenici delle principali capitali culturali del mondo, come Parigi, Londra, Berlino e persino Buenos Aires e New York. Il balletto è diventato un simbolo della creatività italiana, celebrando il ruolo dell’Italia come culla di innovazione artistica e culturale. - Impatto culturale e innovazioni narrative
Il balletto è stato uno dei primi a introdurre temi contemporanei e sociali nella danza, discostandosi dalle classiche narrazioni mitologiche o romantiche. Il Gran Ballo Excelsior celebra le conquiste dell’uomo moderno, sottolineando l’importanza della scienza e della tecnologia come forze liberatrici. Questo approccio lo ha reso un’opera profondamente moderna, capace di parlare direttamente al pubblico dell’epoca e di ispirare le generazioni successive. - Eredità artistica
Nonostante la sua creazione risalga a più di un secolo fa, il Gran Ballo Excelsior continua a essere una pietra miliare nella storia del balletto. Alcune delle sue innovazioni tecniche e narrative hanno influenzato profondamente il modo in cui il balletto è stato concepito e realizzato nel XX secolo. Le sue rappresentazioni moderne, spesso riproposte con adattamenti che ne mantengono l’essenza, confermano il suo status di capolavoro intramontabile. - Contributo dei ballerini italiani
Un elemento chiave del successo del Gran Ballo Excelsior è stato il talento dei ballerini italiani, che si sono distinti per la loro abilità tecnica e il loro stile espressivo. I danzatori della Scala, in particolare, hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo del balletto, portando in scena movimenti innovativi che hanno ridefinito i canoni della danza classica.
In definitiva, il Gran Ballo Excelsior rappresenta non solo un omaggio al progresso umano, ma anche un esempio della capacità dell’arte di adattarsi ai cambiamenti storici e culturali, rimanendo sempre attuale e affascinante.