Funzione della memoria nella danza
La memoria è una facoltà legata al ricordo, è la capacità di ricostruire un’immagine o una situazione senza errori.
La memoria nella danza e in tutta l’arte generale risulta indispensabile, nelle arti visive e fisiche la memoria è essenziale per l’esecuzione di innumerevoli azioni, essa infatti rende possibile il materializzarsi di alcune specifiche azioni: il compimento di un gesto, l’esecuzione di un movimento o passo di danza, il pronunciamento di una frase, la messa a punto di una tecnica particolare e molte altre cose.
Alcune volte però la memoria può ingannare, può capitare infatti di ricordare anche troppo cadendo così in una sorta di rielaborazione.
Anche durante saggi di danza, spettacoli, o durante i semplici corsi della scuola di ballo Phoenix a.s.d. capita spesso che gli allievi subiscano profondi vuoti di memoria, seguiti da una sorta di “smarrimento coreografico”, il che è umano, ma se allenata in maniera costante soprattutto sul movimento muscolare e su quello fisico generale, la memoria può essere un prezioso alleato per un danzatore.
Si parla allora di falsi ricordi, pseudo ricordi, o illusioni della memoria.
In alcuni casi le convinzioni distorte della nostra mente possono portare a commettere dei gravi errori, e ad oggi la scienza sta studiando un metodo per ovviare alle convinzioni distorte.
Anche nella vita quotidiana capita di avere dei vuoti di memoria, come non ricordarsi di aver chiuso la porta o dove è parcheggiata la macchina.
Azioni fatte con un certo automatismo e alle quali non prestiamo molta attenzione.
Ancora più spesso ci troviamo nella situazione spiazzante di sapere che dobbiamo fare o dire qualcosa ma non riuscirne a ricordare il contenuto.
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Come funziona la memoria durante il ballo?
Durante il ballo, tutte le azioni compiute dal cervello si traducono in una serie di impulsi generati dai neuroni, collegati fra loro dalle sinapsi.
Quando queste ricevono l’impulso, liberano sostanze chimiche, i neurotrasmettitori, che trasmettono i messaggi da una cellula all’altra.
Si tratta della serotonina, ormone del benessere, della noradrenalina, rilasciata quando si vivono situazioni intense e che aiuta a mantenere vivi i ricordi, la dopamina, che controlla i movimenti, l’umore e le difese immunitarie, e l’acetilcolina, responsabile vera e propria della memoria.
Non esiste solo un tipo di memoria, bensì varie, ad ogni tipo di pensiero o ragionamento da archiviare corrisponde infatti un tipo di memoria differente, ovviamente tutte fanno capo al nostro cervello.
I diversi tipi di memoria per archiviazione
Una volta creato il ricordo questo può venire archiviato diversamente:
- nella memoria iconica se sono immagini;
- quella ecoica, per i suoni;
- quella a breve termine, alla quale si associa quella di lavoro, cioè una piccola quantità di informazioni accessibili rapidamente e che dura qualche istante.
- quella a lungo termine i cui ricordi durano anche per sempre;
- quella verbale per parole e concetti;
- quella spaziale per il proprio corpo ed uno spazio lontano;
- volontaria;
- incidentale;
- una procedurale, che consente di imparare automatismi diversi come andare in bicicletta o camminare;
- dichiarativa, divisa a sua volta in episodica, la prima delle memorie che consente di avere una memoria personale (l’amnesia è la mancanza di questa memoria), e semantica, o culturale, che permette di apprendere il significato delle parole e di memorizzarlo e di ricordare ad esempio le date storiche o la geografia;
- la memoria autobiografica, cioè i ricordi della propria vita passata, l’infanzia, l’amore, il matrimonio e si attiva quando rievochiamo sentimenti, letture, luoghi e spettacoli del passato; la memoria
- on-going, cioè dei fatti quotidiani;
- quella prospettica, delle cose da fare;
- quella strategica, quindi i piani per organizzare la memoria;
- la meta-memoria, quella cioè che valuta personalmente se stessa;
- la memoria implicita, o inconscia, quella cioè che permette di guidare la macchina, camminare e andare in bicicletta.
Memoria e Danza: Un Legame Intimo tra Corpo e Ricordo
La danza è un’arte effimera, un movimento fugace che sfugge all’istante in cui è creato.
Ad ogni modo, nonostante la sua natura transitoria, la danza ha un profondo legame con la memoria.
Dalla memoria muscolare del ballerino, alla preservazione di tradizioni culturali, fino alla possibilità di evocare ricordi personali e collettivi, la danza si configura come un archivio vivente.
Attraverso il movimento, il corpo conserva e trasmette esperienze, storie, e identità.
Memoria Muscolare: Il Corpo Come Archivio
Per un ballerino, la memoria muscolare è una delle forme più tangibili di memoria.
La memoria muscolare permette al corpo di memorizzare una sequenza di movimenti tramite la ripetizione e l’abitudine.
Questo tipo di memoria è profondamente radicato nel sistema nervoso e opera quasi in modo automatico.
Dopo ore di allenamento, il corpo impara a rispondere a specifici stimoli con movimenti precisi, senza che il ballerino debba pensare consapevolmente ad ogni passo.
La memoria muscolare non è solo un accumulo di movimenti appresi, ma una costruzione complessa di schemi che si formano attraverso la pratica.
Un ballerino che ha praticato una coreografia per mesi o anni può eseguirla quasi senza sforzo, anche dopo un lungo periodo di pausa.
In un certo senso, il corpo ricorda ciò che la mente potrebbe aver dimenticato. La memoria muscolare permette al ballerino di “archiviare” il movimento, come una sorta di biblioteca fisica, dove ogni passo e ogni gesto sono immagazzinati.
La Memoria Culturale e la Trasmissione di Tradizioni
La danza non è solo una questione di memoria individuale, ma è anche un veicolo per la memoria collettiva.
Ogni cultura ha le sue danze tradizionali, che fungono da depositari di storie, valori e credenze.
Queste danze sono spesso tramandate di generazione in generazione, preservando elementi culturali che potrebbero altrimenti perdersi nel tempo.
Pensiamo alle danze popolari, come il flamenco spagnolo, la tarantella italiana o il kathak indiano.
Ciascuna di queste forme di danza porta con sé una ricca storia, che include racconti di lotta, celebrazione, e appartenenza.
Quando si osserva una danza tradizionale, si assiste a una sorta di rappresentazione fisica della memoria culturale.
Questi balli sono, infatti, radicati nella comunità, e spesso raccontano storie di avvenimenti storici, miti, e pratiche religiose.
Nella danza, il corpo diventa il mezzo attraverso cui viene narrata una storia che va oltre l’individuo.
Le danze tradizionali aiutano le persone a mantenere vivo il senso di appartenenza alla propria comunità e a connettersi alle generazioni passate.
Danza e Memoria Personale: La Narrazione di Storie Individuali
La danza non si limita a trasmettere memorie collettive; è anche un potente strumento per l’espressione di ricordi personali.
La danza contemporanea, in particolare, spesso esplora temi legati alla memoria individuale, come la nostalgia, la perdita, e il desiderio.
Attraverso il movimento, i danzatori raccontano le proprie storie e condividono momenti significativi della loro vita.
In questo contesto, la danza diventa un mezzo per l’autenticità e l’esplorazione del sé.
Il coreografo e ballerino tedesco Pina Bausch, ad esempio, è famoso per il suo approccio alla danza come una forma di teatro-danza che attinge dalle esperienze personali dei danzatori.
Bausch incoraggiava i suoi ballerini a esplorare i propri ricordi e a tradurli in movimento.
Così, ogni coreografia diventava un mosaico di esperienze personali, che si intrecciavano per creare una narrazione collettiva.
Questo approccio ha contribuito a espandere i confini della danza contemporanea, facendo emergere la danza come un mezzo potente per l’esplorazione della memoria individuale.
Memoria e Improvvisazione: Il Ruolo dell’Immediatezza
La danza improvvisata è un’altra forma di esplorazione della memoria, in cui i ballerini attingono sia alla memoria muscolare che a quella emozionale per creare un movimento spontaneo.
Nell’improvvisazione, i danzatori non seguono una coreografia prestabilita, ma lasciano che il corpo risponda liberamente agli stimoli presenti.
Anche se apparentemente istantanea, l’improvvisazione è profondamente influenzata dalla memoria: i movimenti eseguiti riflettono le esperienze passate e le conoscenze accumulate dal ballerino.
L’improvvisazione permette ai ballerini di connettersi con il proprio vissuto e di esplorare ricordi che emergono attraverso il movimento.
A volte, un gesto o un movimento improvvisato può evocare una memoria latente, portando alla superficie emozioni e ricordi dimenticati.
In questo senso, la danza improvvisata diventa una forma di riflessione e autoesplorazione, un mezzo per comprendere il proprio passato attraverso il movimento istintivo.
Danza Terapeutica e Ricostruzione del Sé
Oltre alla sua funzione artistica, la danza può svolgere un ruolo terapeutico, aiutando le persone a esplorare e comprendere la propria memoria emotiva.
La danza terapeutica è una disciplina che utilizza il movimento come strumento di guarigione.
Attraverso l’espressione corporea, le persone possono elaborare traumi, rielaborare esperienze dolorose, e riconnettersi con le proprie emozioni.
Il movimento permette di esplorare memorie sepolte, facilitando un processo di autocomprensione e guarigione.
In particolare, la danza è stata utilizzata per trattare persone affette da traumi, come vittime di violenza o persone che hanno vissuto esperienze traumatiche.
Il movimento aiuta queste persone a rielaborare i ricordi dolorosi e a sviluppare una nuova percezione del sé.
La danza terapeutica si basa sull’idea che il corpo conservi le tracce delle esperienze passate e che il movimento possa essere un mezzo per liberare e trasformare queste memorie.
La Danza Come Memoria del Corpo
Quando parliamo di memoria, tendiamo a pensare al cervello come il principale archivio dei nostri ricordi.
Ad ogni modo la danza dimostra che anche il corpo ha una sua memoria.
Ogni movimento che facciamo è influenzato da esperienze passate e da abitudini consolidate nel tempo.
La memoria corporea va oltre la memoria muscolare; include anche le posture, le tensioni e i modi di muoversi che abbiamo sviluppato nel corso della nostra vita.
Questa memoria del corpo non è solo il risultato di allenamento o ripetizione, ma è anche influenzata dalle emozioni e dalle esperienze vissute.
Ad esempio, una persona che ha vissuto un trauma può sviluppare tensioni o blocchi corporei che influenzano il modo in cui si muove.
La danza offre la possibilità di esplorare e trasformare questa memoria del corpo, consentendo alle persone di riconnettersi con il proprio sé fisico in modo più consapevole e autentico.
L’Importanza della Memoria nella Danza Contemporanea
Nella danza contemporanea, la memoria gioca un ruolo fondamentale nella creazione e nella performance.
I coreografi spesso esplorano temi legati alla memoria, utilizzando il movimento per evocare ricordi e riflettere sulle esperienze passate.
La danza contemporanea si distingue per la sua capacità di esplorare temi complessi e di offrire una riflessione profonda sulla condizione umana.
Alcuni coreografi contemporanei si concentrano sulla memoria collettiva, affrontando temi come la guerra, l’immigrazione, e le disuguaglianze sociali.
Questi temi vengono esplorati attraverso coreografie che evocano esperienze condivise, offrendo agli spettatori l’opportunità di riflettere su questioni sociali e storiche.
La danza diventa così un mezzo per preservare la memoria collettiva, un’arte che registra e riflette sulla storia e sull’esperienza umana.
Conclusione: La Danza Come Archivio Vivente
La danza, con il suo potere evocativo e la sua capacità di conservare e trasmettere memorie, si configura come un vero e proprio archivio vivente.
Attraverso il movimento, i ballerini preservano e reinterpretano storie personali e collettive, creando un dialogo tra il passato e il presente.
La danza è effimera, ma la memoria che essa racchiude è duratura, in grado di toccare e trasformare chiunque vi entri in contatto.
In un mondo in cui la tecnologia e la digitalizzazione stanno cambiando radicalmente il nostro modo di ricordare e archiviare le informazioni, la danza offre una prospettiva unica sulla memoria.
Essa ci ricorda che il corpo è una fonte inesauribile di conoscenza e che, attraverso il movimento, possiamo accedere a ricordi che vanno oltre le parole.
La danza è un linguaggio universale, capace di connettere le persone attraverso il tempo e lo spazio, e di preservare memorie che altrimenti rischierebbero di andare perdute.
In ultima analisi, la danza dimostra che la memoria non è solo un atto mentale, ma un’esperienza fisica e condivisa.
Essa ci invita a riscoprire il potere del corpo come custode di ricordi e a riflettere sul modo in cui il movimento può trasformare e arricchire la nostra comprensione della memoria e dell’identità.